“Il mio corpo è anche il corpo di Violette. L’odore di Violette è come la mia seconda pelle. Il mio corpo è anche il corpo di papà, il corpo di Dodo, il corpo di Manès… Il nostro corpo è anche il corpo degli altri.”
Daniel Pennac
In questo periodo storico le relazioni sembrano molto fragili e poco orientate a progetti a lungo termine, le persone vivono nel qui ed ora e così anche le relazioni di coppia ne subiscono gli effetti. Dai social-network e dai principali canali di comunicazione, appare che le persone siano smaniose di relazione, osservino con curiosità tutto ciò che riguarda l’innamoramento, non esitino a postare frasi e foto sull’argomento, ma se da un lato sono interessate ad “instaurare relazioni”, dall’altro sono dominate dalla paura di restare impigliate in relazioni “stabili”.
Bauman 1 sostiene che anche le coppie cosiddette stabili vivano la relazione in questo modo, come se fosse proprio l’impegno a lungo termine ad essere visto come una trappola: la relazione non è la cura all’insicurezza e alla solitudine, anzi ne amplifica i sintomi. Nonostante questo, la relazione è il nodo cruciale per stare bene con se stessi e con gli altri: da diversi studi scientifici è emerso che il legame di attaccamento che creiamo nei primi anni di vita con le persone che si prendono cura di noi, è fondamentale per la nostra sopravvivenza sia fisica che psichica. Bowlby 2 , uno dei maggiori esponenti di questi studi, sostiene che mantenere la vicinanza con le persone care è un’ottima strategia di sopravvivenza programmata dall’evoluzione.
Hazen e Shaver3 hanno fatto ulteriori studi scientifici sull’argomento per approfondire il legame di attaccamento in età adulta: la percezione di un legame sicuro in una relazione di coppia rappresenta l’aspetto più significativo per avere relazioni d’amore soddisfacenti e una fonte di forza per ciascun partner della coppia. Il bisogno innato di avere qualcuno da cui dipendere, ci porta a cercare una persona che ci offra una connessione e un conforto emotivo affidabile anche in età adulta.
Grazie a diversi anni di lavoro clinico con le coppie, Sue Johnson4 ha ideato la terapia focalizzata sulle emozioni (EFT). Ciò che avvicina i partner è l’avere un nemico in comune da fronteggiare e questo può essere identificato nello schema di interazione negativo, che caratterizza la conflittualità nella relazione di coppia: i “Dialoghi Demone”.
Gli schemi di interazione negativi emergono ogni volta che un membro della coppia vuole avvicinarsi all’altro, ma non riesce a stabilire un sicuro contatto emotivo, come se il problema fosse entrare in contatto con le emozioni più profonde, che non sono mai state realmente affrontate, e i partner dovessero assumersi i rischi di mostrarsi reciprocamente nelle loro fragilità. In quest’ottica la terapia focalizzata sulle emozioni serve per aiutare le persone a esprimere in modo più chiaro e trasparente i propri bisogni emotivi ed è sintetizzata dai seguenti passaggi principali:
- L’isolamento e la possibile perdita di connessione amorevole sono codificati dal cervello umano in una reazione di panico primordiale
- Le emozioni e i bisogni di attaccamento rappresentano la trama dietro la quale si nascondono i “Dialoghi Demone”. Questi dialoghi sono in realtà delle proteste contro il distacco emotivo.
- I momenti significativi per il cambiamento della relazione di coppia sono quelli in cui il legame è sicuro e ciascuno può sentire la richiesta di attaccamento del partner e rispondervi.
- La EFT è caratterizzata da sette conversazioni che hanno il compito di promuovere una reciproca responsività emotiva.
- Le sette conversazioni progettate sono: “Riconoscere i Dialoghi Demone”, “Trova i punti sensibili”, “Ripercorri un momento difficile”, “Stringimi forte”, “Perdonare le offese”, “Legarsi attraverso il sesso e il contatto fisico” e “Mantenere vivo il tuo amore”.
La teoria dell’attaccamento suggerisce che la persona amata può rappresentare un rifugio nella vita, al contrario se quella persona non è emotivamente disponibile o responsiva ci sentiamo soli e indifesi, possiamo essere presi dalla paura e il nostro sistema di allarme innato potrebbe attivarsi. Quando perdiamo la connessione con le persone che amiamo viene messo a repentaglio il nostro senso di sicurezza, entra in gioco l’amigdala e, se non abbiamo un legame sicuro con il nostro partner, la paura, invece che essere un segnale passeggero, potrebbe essere travolgente. Ciò che pensiamo e ci diciamo in questi momenti è: “Accorgiti di me. Stai con me. Ho bisogno di te.” Queste modalità di affrontare la minaccia di perdita del legame sono inconsce e inizialmente possono funzionare, ma nel lungo termine potrebbero diventare dei circoli viziosi che portano i partner ad allontanarsi sempre di più l’uno dall’altro e a sentirsi più insicuri.
Dott.ssa Valentina Loforese | Psicologa – Psicoterapeuta
Fonti
- Bauman Z., 2003, Liquid Love. On the Frailty of Human Bonds, Polity press, Cambridge e Blackwell Publishing Ltd, Oxford (trad.it. Amore Liquido, Economica Laterza, 2006)
- Bowlby J., 2000, Attacamento e perdita, Volume 2: Separazione, Bollati Boringhieri
- Hazan, Cindy, D. Zeifman, and K. Midelton, 1994, Adult romantic attachment, affection and sex; Paper presented at the International Conference on Personal Relationships. Groningen, Netherlands
- Johnson S., 2010, Stringimi forte, Istituto di Scienze Cognitive, Sassari