LA TERAPIA EMDR PER IL DISTURBO DA ATTACCO DI PANICO

“Il lato caratteristico del timor di panico sta nel non rendersi chiaramente conto dei suoi motivi, ma nel presupporli più di quanto si conoscano anzi nel far diventare eventualmente la paura stessa come motivo della paura.”

Arthur Schopenhauer

L’attacco di panico spesso emerge e si mantiene sui dubbi e sui pensieri relativi al potersi sentire male. Questi pensieri molte volte iniziano a prendere il via senza nessuna apparente motivazione oppure da un primo episodio poco significativo di motivata paura che fa pensare: “Se mi sentissi male in mezzo alle persone chi mi aiuterà?”, “Chissà cosa penseranno gli altri di me in una simile situazione”.

Da questi pensieri, si innescano i primi comportamenti tipici del disturbo da attacco di panico: evitamento e fuga da tutte le situazioni potenzialmente pericolose, che potrebbero riattivare il circuito di pensieri ed emozioni relativi al sentirsi male. Chi ha questo disturbo è molto spaventato da tutte le somatizzazioni che la situazione di panico comporta: tachicardia, respiro affannoso, senso di vertigine, sudorazione e confusione.

Girogio Nardone1 sostiene che molto spesso queste persone mettono in atto due soluzioni per cercare di affrontare l’attacco di panico: la richiesta di aiuto e l’ossessivo tentativo di controllare il sintomo di paura nelle sue espressioni psicofisiologiche, con la tragica conseguenza di amplificare il disturbo anziché risolverlo. In questo senso l’attacco di panico potrebbe essere considerato di per sé un esperienza traumatica e potrebbe essere trattato attraverso la tecnica terapeutica EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing).

Elisa Faretta2 ha fatto diversi studi scientifici per il trattamento dell’attacco di panico attraverso l’EMDR con i seguenti obiettivi:

  • elaborare il ricordo degli attacchi di panico (il primo, il peggiore, l’ultimo)
  • elaborare le situazioni scatenanti legate al panico nel presente
  • sostenere e rafforzare una prospettiva futura adattiva per affrontare situazioni legate ai sintomi

Il protocollo terapeutico relativo all’attacco di panico può essere messo in atto attraverso tre livelli:

  • 1° Livello: il terapeuta si focalizza sulle paure e sui pensieri relativi al potersi sentire male, che sono alla base dell’attacco di panico. Dopo aver individuato il primo ricordo associato a questi pensieri, si chiede alla persona di descriverlo nel dettaglio e di seguire la stimolazione bilaterale messa in atto dal terapeuta attraverso i movimenti oculari. L’obiettivo di questo primo step è quello di desensibilizzare la persona rispetto alle cognizioni negative legate al ricordo.
  • 2° Livello: si delinea l’evento target legato alla difficoltà di gestire l’attacco di panico. Il terapeuta chiede alla persona di raccontare l’episodio e di seguire la stimolazione bilaterale attraverso i movimenti oculari. In questo secondo passaggio, la finalità è di elaborare il ricordo rispetto alla prestazione durante l’attacco di panico e di desensibilizzarne i pensieri associati.
  • 3° Livello: dopo aver definito la situazione temuta, il terapeuta accompagna la persona nell’immaginare una possibile situazione positiva relativa al futuro, delineando nuovi obiettivi e nuove capacità nel gestire l’attacco di panico. Anche in questo livello l’elaborazione avviene tramite i movimenti oculari, seguendo la stimolazione bilaterale proposta dal terapeuta, con l’obiettivo di affrontare in modo efficace l’attacco di panico e di desensibilizzare la persona rispetto alla paura associata ad esso.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità, nell’agosto del 2013, ha riconosciuto l’EMDR come trattamento efficace per la cura del trauma e dei disturbi ad esso correlati. La ricerca riguardante l’EMDR è una delle prime in cui sono stati evidenziati i cambiamenti neurobiologici che si verificano durante ogni seduta di psicoterapia, rendendo l’EMDR il primo trattamento psicoterapeutico con un’efficacia neurobiologica provata. Le scoperte in questo campo confermano l’associazione tra i risultati clinici di questa terapia e alcuni cambiamenti a livello delle strutture e del funzionamento cerebrale.

Dott.ssa Valentina Loforese | Psicologa – Psicoterapeuta

Fonti

  1. G. Nardone, 1995, Paura, panico e fobie. La terapia in tempi brevi; Adriano Salani editore, Milano
  2. Faretta E., 2013, EMDR and Cognitive Behavioral Therapy in the Treatment of Panic Disorder: A Comparison. Journal of EMDR Practice and Research, 7 (3), 121-33

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.